Le 100 aziende più sostenibili del mondo: due posti sono italiani
di Blog Wyn · Pubblicato · Aggiornato
Si è concluso recentemente il World Economic Forum a Davos, in Svizzera, il meeting annuale dedicato a società pubbliche e private e mirato al tema della globalizzazione 4.0 (industrie sempre più digitali e interconnesse) e alla Quarta Rivoluzione Industriale. Proprio in occasione di questo grande incontro internazionale, Corporate Knights – rivista canadese specializzata in sostenibilità – ha stilato, come ogni anno, la Global 100, ossia la classifica delle 100 società che, a livello mondiale, si stanno impegnando di più in termini di ambiente, etica del business e temi sociali.
Il 2% delle posizioni è detenuto dall’Italia, con due posizioni di tutto rispetto: al 16mo posto troviamo Erg, la compagnia di Edoardo Garrone che è il primo produttore in Italia di energia eolica, oltre che tra i primi in Europa per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
All’80mo posto, invece, troviamo Intesa Sanpaolo, per il terzo anno in classifica e che si conferma anche come unica banca presente nella lista.
Il primo posto, tuttavia, è completamente dedicato a Chr. Hansen, un’azienda danese che ricava l’80% del suo profitto grazie alla progettazione di soluzioni naturali per la conservazione di cibi, e per colture protette con batteri naturali anziché pesticidi, oltre che per allevamenti senza utilizzo di antibiotici. Un’altra caratteristica di Chr. Hansen è che quasi il 30% del consiglio di amministrazione è composto da donne, e gli stipendi degli executive sono 24 volte superiori a quelli dei lavoratori medio: questo, per il report, è un rapporto relativamente basso.
Il secondo posto, invece, appartiene a Kering SA, gruppo francese che gestisce beni di lusso e appartiene alla famiglia Pinault. È reputato sostenibile perché ha acquisisce oltre il 40% dei suoi prodotti da fonti sostenibili certificate, e ha il 60% del Comitato Direttivo è composto da donne.
Terza posizione per Neste Corporation, raffineria finlandese che si è recentemente dedicata al settore dei biocarburanti rinnovabili.
In qualche caso per ragioni di marketing, in altri casi per politica aziendale ma, più in generale, per soddisfare le richieste dei fondi di investimento sempre più attenti alle dinamiche di rispetto dell’ambiente e lotta al cambiamento climatico.
Cosa spinge le aziende a scegliere fonti rinnovabili di energia?
In alcuni casi si parla di sostenibilità a 360°: ne è un esempio la nota catena di coffee bar Starbucks. L’azienda, già dalla sua fondazione, nel 1971 ha voluto prestare particolare riguardo alla tematica, come la stessa sostiene nella sua policy: “non basta acquistare il caffè migliore ma è importante anche che questo provenga dai mercati in cui è coltivato responsabilmente.. Tutti i fornitori sono selezionati secondo standard di responsabilità, in modo da garantire la provenienza etica non solo dei prodotti alimentari, ma anche degli arredi e dei grembiuli indossati dai loro “partners”.
”Allo stesso modo tutti i materiali di consumo presenti negli store sono realizzati con materiale riciclato e campagne dedicate favoriscono l’utilizzo di tazze personali e riciclabili così da evitare di acquistarne e buttarne ogni volta di nuove. Un ciclo continuo che termina con l’utilizzo dei fondi del caffè per il compostaggio delle piantagioni. Un impegno in vero e proprio “stile” economia circolare che si traduce in cinque sezioni, individuate dalla catena stessa:: riciclaggio, fonti energetiche, fonti idriche, cambiamenti climatici e “Green Store“.
Per concludere si potrebbe citare un dato: solo nell’ultimo anno è stato stipulato il 40% dei contratti di energia pulita, per un totale di 32 Gigawatt, dal 2007, volendo fare un paragone, il quantitativo di energia necessaria per soddisfare tutti i Paesi Bassi. Ulteriore conferma del cambio di rotta che sta caratterizzando politiche e imprese del mondo.
A breve, a sostegno di una maggiore sostenibilità ed efficienza in azienda, i nuovi incentivi per il fotovoltaico che permettono tempi di ritorno dell’investimento sempre più competitivi.
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