Auto elettriche: caratteristiche, tempi e costi ricarica
di Blog Wyn · Pubblicato · Aggiornato
Con l’aumento dell’interesse verso le auto elettriche aumentano anche gli interrogativi sul loro utilizzo: come funziona la ricarica delle batterie? Dove si trovano i punti di ricarica dell’auto elettrica? Quanto costerà un “pieno”?
Ecco le risposte
Cosa sono le auto elettriche?
Un‘auto elettrica è un’automobile che utilizza per il suo movimento l’elettricità attraverso l’apposita ricarica, e non la benzina o altri combustibili utilizzati di solito nelle automobili. Grazie alle auto elettriche è possibile non soltanto salvaguardare l’ambiente inquinando di meno, ma anche risparmiare notevolmente sui costi del carburante. Vediamo quindi nel dettaglio come funzionano le auto elettriche, per chi vuole scoprire di più come utilizzare e dove acquistare un’automobile elettrica.
“Entro il 2025 la metà delle auto prodotte al mondo sarà elettrificata e i veicoli a gas e a benzina cederanno il passo a quelli ibridi ed elettrici. I produttori di auto hanno meno di un decennio per reinventarsi o rischiano di essere travolti dal cambiamento nel modo di alimentare, guidare e acquistare i veicoli”. Così parlava Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca, prima della sua scomparsa.Dopo averla definita una minaccia del pianeta. Marchionne ci aveva ripensato e aveva inserito l’auto elettrica anche nel suo ultimo piano industriale FCA.
In effetti, per gli addetti ai lavori, le parole di Marchionne sono ampiamente condivisibili: l’auto elettrica è ancora in fasce, ma potrebbe diventare adulta più rapidamente di quanto ci aspettiamo. Una realtà che emerge anche dai dati dell’Unrae (Unione nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) aggiornati a luglio 2018: “Sul fronte delle alimentazioni, forte calo in maggio per il diesel che segna un -10,1%, con una quota che scende di oltre 4 punti, fermandosi al 51,7% del mercato. Nel cumulato la flessione è del 4,2%, attestandosi su una rappresentatività del 54,1%. L’altra motorizzazione in calo è il Gpl (-3,5% nel mese e -3,7% in gennaio-maggio), che mantiene stabile la sua quota. In crescita la benzina (+3,1%), che sale al 35,2% in maggio, aumentano le ibridedel 12,3% (al 3,9% di quota), raddoppiano i volumi le vetture a metano (2,8% del totale) e crescono di quasi il 300% le vetture elettriche”. La crescita è ancora modesta ma, puntualizza l’Unrae, “Interventi consapevoli ed evoluti hanno le potenzialità per condurre l’Italia verso uno scenario più moderno e innovativo, che nel 2030 potrebbe far raggiungere ai veicoli elettrici ed ibridi una quota complessiva di circa il 50% del totale delle vendite”.
Non è un caso che le case automobilistiche e i grandi player del mercato elettrico come Enel siano pronti a scommettere sul futuro “green” della mobilità. Futuro incarnato anche e soprattutto da Tesla Motors, società statunitense dell’automotive e dell’energia capitanata creata dall’eclettico imprenditore Elon Musk che sta sfornando un modello dopo l’altro.
Futuro dell’automobile e caratteristiche dell’auto elettrica
Il futuro dell’auto, insomma, è sempre più ecosostenible. Come ha detto Randy J. Miller, EY Global Leader Automotive & Trasportation, “aumenterà sempre più il ricorso a veicoli che utilizzano fonti di rifornimento alternative. Entro il 2030 il ricorso a queste fonti salirà al 35%, partendo dall’attuale 3,5%. Sono in ballo due piattaforme: veicoli elettrici e veicoli ibridi. Per incrementare il trend servono però migliori batterie di alimentazione, tecnologia, continui investimenti in infrastrutture e anche modelli di auto elettriche più accattivanti per il cliente. D’altra parte il mercato del diesel è in declino: si stima che scenderà al 4% entro il 2020-2025, partendo dal 30,5 % dove è ora. Non scomparirà, ma subirà una drastica riduzione. Il ricorso massivo all’elettricità per gli autoveicoli è qualcosa che accadrà sicuramente. Allo stesso tempo i governi devono sviluppare piani energetici coerenti con la questione ambientale”. L’attenzione del grande pubblico nei confronti dell’auto elettrica sembra dunque destinata a crescere anno dopo anno. Ecco una mini-guida sulle domande più frequenti relativi all’utilizzo di questa tipologia di automobile: le modalità di ricarica, l’autonomia del veicolo, la durata della batteria.
Infrastrutture di ricarica: numerosità e diffusione
La numerosità non è l’unico fattore importante per quanto riguarda l’infrastruttura di ricarica: vi è infatti
un tema legato alla localizzazione dei punti di ricarica. Sono state individuate 3 aree in cui possono venire installati:
• Punti d’interesse (centri commerciali, cinema, supermercati..);
• Strade urbane e parcheggi pubblici;
• Autostrade/strade extraurbane.
Le diverse destinazioni presuppongo operatori e modelli di business differenti.
In base al Piano Nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica (PNire), ecco in questo grafico la possibile localizzazione delle stazioni di ricarica veloce da installare da qui al 2020. (fonte: Energy & Strategy Group, School of Management del Politecnico di Milano)
Come si può vedere, il ruolo degli ambienti extra-urbani, in prevalenza le autostrade, è in aumento, pur mantenendosi su percentuali basse (12%). La parte restante è equamente suddivisa tra le colonnine in ambienti urbani e quelle nei punti di interesse (44% ciascuno).
Come funzionano le auto elettriche: dove ricaricarle?
Ricaricare dalle colonnine
La modalità di ricarica di un’auto elettrica è la stessa di un telefono cellulare, perciò dovremmo cominciare a considerare questo tipo di automobili alla stregua di dispositivi o, meglio, elettrodomestici. La ricarica delle auto elettriche può avvenire tramite le colonnine diffuse sul territorio, che però ad oggi in Italia sono in numero assolutamente insufficiente. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, “In Italia sono 4.207 in 2.108 postazioni, un ogni 14.833 abitanti. La Germania è la migliore in Europa: 22.708 colonnine, una ogni 3.620 persone. In Norvegia invece le colonnine sono 7.855, ma ce n’è una ogni 671 persone”. Per la maggior parte sono gestite da Enel, società italiana dell’energia. Enel ha cominciato a installare stazioni di ricarica dal 2009 partendo da Pisa, Roma e Milano. A novembre 2017 il gruppo guidato da Francesco Starace ha annunciato l’installazione entro il 2020 di 7000 colonnine elettriche, per poi arrivare a 14.000 nel 2022. Il “Piano nazionale per l’installazione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici” prevede una copertura capillare in tutte le Regioni italiane (isole incluse) e punta alla crescita del numero dei veicoli elettrici e ibridi circolanti.
Ricaricare on demand in mobilità
Dal 6 febbraio 2019 è attivo a Milano, in un progetto pilota, E Gap, operatore di ricarica mobile per veicoli elettrici, chi possiede un veicolo e vuole farselo ricaricare potrà lasciarlo dove preferisce e, attraverso un’app dedicata, chiamare un addetto che eseguirà l’operazione al posto suo. Questo è reso possibile grazie all’utilizzo di Van elettrici di ricarica. Nel frattempo l’addetto potrebbe fornire altri servizi, come il lavaggio dell’auto. Tre i soci di E-GAP: Eugenio de Blasio, fondatore e presidente, già membro del board di Assorinnovabili; Daniele Camponeschi, ex CIO di Independent Power Producers; Alessandro Di Michele, ex CFO di Borsa Italiana. Progetto al 100% Made in Italy, è stato realizzato insieme al gruppo MetaSystem, specializzato in ricerca, sviluppo e produzione di elettronica applicata ai sistemi di sicurezza avanzati per i mercati automotive ed energia. Se funzionerà, il servizio di E-GAP verrà esteso ad altre città europee.
Ricaricare con presa elettrica domestica
L’altro modo di ricaricare l’auto elettrica è attraverso la classica presa domestica. Non una qualsiasi, però: le batterie dell’auto potrebbero danneggiarsi perché le prese domestiche non sono progettate per essere usate per molte ore consecutive ad elevata potenza. È quindi consigliabile, con una piccola spesa aggiuntiva, acquistare una presa CEE industriale. Considerata la scarsa presenza di colonnine, la presa domestica installata presso la propria abitazione può essere considerata in questo momento il punto di ricarica principale per un’automobile elettrica. Normalmente i veicoli sostano nel box o nel posto auto diverse ore al giorno: è la situazione ideale che consente di ricaricare lentamente la batteria. Contrariamente a quanto pensano in molti, non bisogna far scaricare la batteria per poi ricaricarla completamente perché le moderne batterie al litio impiegate sui veicoli beneficiano maggiormente di piccole ricariche parziali.
Come ricaricare un’auto elettrica
Ricaricare un’auto elettrica non è molto diverso da mettere in carica uno smartphone o un pc portatile. Se si decide di farlo in strada, occorre individuare su Internet o sulle apposite applicazioni la stazione di ricarica più vicina, per poi parcheggiare, collegare il cavo all’auto e avvicinare alla colonnina la card fornita dal gestore. In questo la ricarica di un’automobile elettrica si differenzia da una che va a benzina: è necessario essere dotati dell’apposita tessera magnetica, simile a un bancomat, che permette di sbloccare lo sportello e inserire l’adattatore. A collegamento effettuato il display visualizzerà il contatore: è possibile verificare quanti KwH stanno riempiendo la batteria, proprio come fosse un serbatoio per il carburante. Quando la ricarica è terminata è sufficiente accostare nuovamente la card alla colonnina e scollegare il cavo.
Quanto costa ricaricare un’auto elettrica
La ricarica pubblica attraverso le colonnine si paga con un abbonamento: in media ha un costo fisso di 25 euro al mese, che include un numero illimitato di ricariche e la card di attivazione. Se invece si preferisce ricaricare da casa, è previsto un canone di noleggio per un contatore aggiuntivo che costa in media 60 euro al mese: può essere intestato a un singolo utente o a un condominio. In alternativa si può caricare l’auto attraverso una normale presa di corrente: i costi andranno a confluire sulla bolletta dell’energia elettrica. Ma, come si è visto, è opportuno acquistare una presa CEE industriale. In media con un euro si carica in un’ora e mezza un veicolo ibrido plug-in grado di viaggiare per circa 25 chilometri, fino a spendere 5 euro per caricare in 8 ore un’auto completamente elettrica che possa percorrere circa 150 km.
Ricarica elettrica: le tariffe e le norme
Nei diversi modelli di business relativi alla ricarica elettrica, si legge dal rapporto dell’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, una delle differenze emerse è la questione del pricing, ovvero la tariffa a cui viene venduta l’energia elettrica in fase di ricarica.
Sono state individuate 3 diverse tipologie di tariffazione:
• Tariffazione sulla base dell’energia prelevata (€/kWh): rientrano in questa categoria anche gli abbonamenti
• Tariffazione sul tempo di sosta (€/minuto)
• Gratuita
Una prima considerazione da fare in merito è che non tutti gli operatori hanno piena disponibilità nella scelta della tariffazione: la normativa attuale infatti non consente una vendita “diretta” dell’energia (e così si potrebbe intendere una tariffazione in €/kWh) ad imprese che non siano imprese distributrici di energia elettrica. La piena apertura a tutti delle diverse possibilità di tariffazione della ricarica è tema attuale e che andrà sicuramente risolto con lo sviluppo della mobilità elettrica e l’entrata in gioco di operatori diversi.
Tuttavia non è vietata la vendita “indiretta” di energia, attraverso il concetto di servizio (ad esempio
non solo l’energia in quanto tale, ma anche l’utilizzo dello stallo, oppure la presenza di servizi di
infotainment o connettività a bordo del punto di ricarica). Alcuni operatori «vendono» questo servizio
parametrandolo al kWh, in una sorta di «ricarico proporzionale» del puro costo dell’energia. Il risultato
è che il cliente finale percepisce una sorta di costo della ricarica in €/kWh.
La normativa vigente si inserisce in una tematica, quella della tariffazione, che risulta particolarmente
delicata. Da un lato i consumatori, preferiscono una tariffazione in base al kWh prelevato più che al tempo di
ricarica. Questo è spiegabile in quanto il tempo è variabile in base diversi fattori, non sempre controllabili
dall’utilizzatore. Per esempio la ricarica del veicolo rallenta notevolmente all’aumentare del SOC (State of Charge) della batteria, quindi una ricarica dal 20% all’80% potrebbe essere equivalente in durata ad una dall’80% al 100%, ma con unaquantità di energia ricaricata molto inferiore.
Inoltre ad oggi il tempo di ricarica è uno dei principali svantaggi dei veicoli elettrici rispetto a quelli tradizionali, il che spinge a considerare “ingiusta” la tariffazione per tempo.
Quanto tempo ci vuole per caricare le auto elettriche
Il tempo di ricarica delle batterie dell’auto elettrica può variare molto a seconda del tipo di batteria e della modalità di accesso alla rete elettrica (presa domestica o colonnina di ricarica). Secondo alcuni, per una ricarica completa potrebbero essere necessarie dalle 4 alle 8 ore. Altri entrano maggiormente nel dettaglio, tenendo conto che la velocità di ricarica dipende da due fattori principali: la potenza (kW) con cui si ricarica e la potenza massima accettata dal caricabatteria interno al veicolo. Di conseguenza stimano che, per una ricarica completa a 3,7 kW, siano richieste circa 5/6 ore di tempo, mentre una ricarica completa a 7,4 kW richiederebbe più o meno 2/3 ore di tempo. Ma raramente si fa una ricarica completa. Gli stessi esperti fanno notare che il proprietario di un’auto elettrica può comodamente ricaricarla durante la notte dalla presa di casa. Vero è che, nella maggior parte della abitazioni italiane, la potenza disponibile non supera i 3 kW. La tariffazione italiana per residenti è molto agevolata se la potenza dell’utenza non supera i 3 kW, mentre i costi aumentano esponenzialmente quando si va a chiedere al proprio fornitore di energia una potenza superiore. Quindi, con 3 kW di potenza, la velocità di ricarica dovrebbe essere intorno ai 13-14 Km di autonomia per ogni ora di ricarica. La maggior parte della colonnine di ricarica pubblica installate da Enel sul territorio italiano hanno invece una potenza disponibile di 11 kW o 22 kW, quindi consentono una ricarica piuttosto rapida della propria auto.
Quanto dura l’autonomia di un’auto elettrica
Una delle principali sfide per le case automobilistiche interessate all’auto elettrica è la ricerca e lo sviluppo di batterie che consentano una maggiore autonomia e una rapida ricarica. Attualmente gli Electric Vehicle (EV) commerciali possono garantire un’autonomia media fino a 170-200 km a carica. Citröen dichiara che il modello C-Zero può percorrere fino a 150 km senza dover ricaricare, Nissan sostiene che Nissan Leaf permette di guidare per 199 km per carica. La Tesla Model S P85, a detta dei suoi creatori, può arrivare a garantire fino a 491 Km per carica.
Tempo di vita delle batterie
Le batterie delle moderne autovetture elettriche, per la maggior parte al Litio (Li), sono piuttosto durature. Attenzione riferiscono gli addetti ai lavori, c’è un decadimento delle batterie abbastanza marcato nei primi 30mila km, decadimento che poi si assesta su un tasso molto contenuto. In ogni caso la capacità della batteria resta compresa mediamente tra il 90% e il 95%, anche una volta raggiunti (e superati) i 200mila km. Per esempio la batteria della Tesla Model S perde in media meno del 15% della sua capacità originaria nel corso del ciclo di vita medio del veicolo (250mila km)